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Di Alfredo Martini – Riccardo Frappa è un imprenditore che fa dell’innovazione il suo core business, nel senso che è l’innovazione a caratterizzare la sua offerta sul mercato delle costruzioni. L’importante è intendersi su che cosa significhi.

Si potrebbe sintetizzare che oggi o hai la capacità di ripensare il tuo modello di business, la tua organizzazione, immettendo dosi consistenti di digitalizzazione o sarà difficile per un’impresa di costruzioni mantenere l’attuale posizionamento, restando l’interlocutore principale di qualunque committente di certe dimensioni. Cogliere le esigenze e proiettarle in una prospettiva che possa dare soluzioni in grado di andare oltre le aspettative del committente. È con questo approccio che l’impresa Frappa oggi opera con i suoi 30 tecnici.

“Essere innovativi oggi vuol dire essere in grado di operare in totale autonomia sul piano della progettazione e del cantiere, attraverso una gestione interattiva tra i due grazie alla digitalizzazione e alla capacità di gestire al meglio ogni dettaglio costruttivo, utilizzando il processo dettato dal BIM. In sintesi, significa operare in parallelo con una direzione dei lavori tecnica all’interno dell’impresa a supporto del progetto, attraverso competenze e sistemi operativi integrati con il BIM. Le competenze digitali e tecniche abbinate fanno la differenza. Le nostre soluzioni sembrano costare di più, ma poter offrire un pool di competenze che garantisce il risultato finale oggi fa la differenza. Soluzioni tecniche, costi e tempi diventano parametri strategici e certi, questo fa sì che spesso si ottimizza il budget di spesa del cliente.” Frappa la definisce Etica professionale innovativa. Il mercato di riferimento dell’impresa sono i grandi gruppi industriali “che si affidano a te perché hai le competenze, i mezzi, ma soprattutto il modello di gestione e apprezzano come progetti e processi un’offerta.”

Il salto è culturale e si basa sulla scelta di operare con una mentalità industriale dove il fattore tempo è essenziale. “Lavorare con un modello come il BIM ti porta a capire che il processo costruttivo di una volta non è più valido, che la curva dei costi delle fasi di progetto deve essere anticipata. Il picco va posto all’inizio, mentre prima era all’apice durante l’attività costruttiva. Diventa essenziale dedicare tempo e costi alle fasi strategiche e di analisi. Ciò vale in molti ambiti di mercato. Prendiamo ad esempio le case di riposo e il comparto turistico ricettivo, dove attraverso il loro piano di ammortamento devono essere in grado di pianificare l’assorbimento del costo dell’investimento immobiliare attraverso una qualità della gestione. E allora la soluzione che proponi in una logica industriale diventa competitiva. Questo approccio consente anche di guardare al Superbonus con maggiore tranquillità attraverso un’analisi di processo delle singole opportunità, per poi comportarsi come fa un’utilities: gestendo la commessa e il credito in completa autonomia. È chiaro che in questo ambito una rilevanza fondamentale la rivestono gli impianti. Averla al proprio interno anche in questo caso fa la differenza.”

Riccardo Frappa non smette mai di guardare il presente immaginando il futuro. “Se noi oggi prendiamo un edificio e valutiamo a cosa deve servire, quali esigenze deve soddisfare, allora appare chiaro che dobbiamo mettere al centro la persona, il suo benessere. E questo dal punto di vista dell’impresa vuol dire garantire prestazioni ambientali che devono diventare degli standard. Uomo, ambiente e tecnologia devono stare in equilibrio. Ed è prioritario fare un’analisi dettagliata degli impatti per poi trovare le risposte giuste. Allora potrà definirsi un green building, ovvero un edificio che, dalle fasi di progettazione prima a quelle esecutive e costruttive poi, è concepito per rivelarsi sia performante che sostenibile, tanto dal punto di vista del benessere di chi lo abita, quanto da quello dell’impronta ecologica.”

Ciò avviene attraverso un’organizzazione ben precisa, una struttura che ha all’apice un’area manager che coordina le quattro aree operative, rispondenti oggi alla fornitura di tecnologie in grado di garantire quel benessere: l’area della costruzione, l’area dell’elettrico, della meccanica (idraulica) e dell’automazione. L’interazione tra le diverse fasi – progettuale, attuativa e relativa al facility – consente di realizzare un progetto realmente sostenibile. “Se dobbiamo rispondere a quanto prescritto per accedere e realizzare gli obiettivi previsti per il 110% devi essere attrezzato con queste figure. Egualmente se devi realizzare impianti di cogenerazione, fotovoltaici o altri similari in contratti EPC per la riqualificazione energetica per il settore industriale. L’impresa di costruzioni di domani sarà un’impresa che gestisce il processo e ha in sé le competenze progettuali e costruttive. O diventi un’impresa così strutturata, oppure ti specializzi in una attività specifica.”

L’impresa Frappa è un esempio di come la digitalizzazione e la scelta del BIM abbiano cambiato tutto: modello, metodo, organizzazione, modo di approcciare il mercato, competenze. “Abbiamo compreso il valore della digitalizzazione e su questo abbiamo riconfigurato l’impresa. Il BIM ci ha insegnato a lavorare in modo diverso, abbiamo capito l’importanza del dialogo, del confronto, della condivisione dei dati, delle informazioni e quindi dei documenti. Le figure Senior devono lavorare in sintonia con le Junior che portano innovazione. Abbiamo dato una nuova importanza al controllo dei processi. Processare le opportunità rispetto ai Case Study precedenti diventa essenziale. Ora stiamo iniziando il workflow in BIM. Al centro ci deve essere il progetto del building e tutte le aree di impresa devono ruotarvi intorno. Soprattutto servono persone abituate a lavorare in gruppo con le competenze formative specifiche, per poter operare in BIM. Ciò ha comportato che anche le aree commerciali e il marketing debbono integrarsi con le aree tecniche, così da cambiare anche il nostro modo di proporci ai clienti e alle committenze adottando un modello open book, ovvero: si gioca a carte scoperte.  Il che vuol dire che non vale più la migliore offerta, ma si definisce insieme al committente ciò che vuole e cosa gli serve, quanto costerà e come verrà realizzato. E la conseguenza non è solo una maggiore capacità competitiva e un modo meno rischioso di stare sul mercato, ma anche una prospettiva forte di fidelizzazione. Il futuro fa paura se non sei attrezzato.”