I risultati dell’indagine dell’Osservatorio NEC – a cura di Alfredo Martini
Aumento dei prezzi e carenza di mano d’opera soprattutto specializzata costituiscono oggi per le imprese di costruzioni le principali preoccupazioni. Nel primo caso si determina, infatti, un abbassamento drastico delle redditività dell’impresa per quanto riguarda commesse già in essere e crescenti difficoltà nel confronto con le committenze per nuovi lavori. Nel secondo caso diventa difficile assicurare quella qualità che oggi il mercato richiede, per la sovrapposizione di squilibri tra domanda e offerta, sia per quanto riguarda il mercato del lavoro che rispetto alle opportunità crescenti sul mercato edilizio. E’ quanto emerge da un’indagine su cinquanta imprese di costruzioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia realizzata nell’ambito dell’Osservatorio di NEC, la piattaforma per l’orientamento al mercato edilizio promossa da Ance Veneto e da Ance Friuli Venezia Giulia, i cui risultati sono stati presentati in occasione del webinar “La ripresa alla prova dell’aumento dei prezzi”.
Cresce anche la preoccupazione per una competizione “malsana”, spesso falsata da imprese improvvisate. La soluzione viene indicata in una forte azione volta a valorizzare la storia dell’impresa, accompagnata da informazioni oggettive sulla sua solidità finanziaria ed economica. Si riscontra altresì un crescente apprezzamento, da parte delle imprese che operano nel settore dei lavori pubblici, riguardo alle certificazioni di parte terza, in grado di dare garanzie soprattutto rispetto alle competenze, alla struttura gestionale e all’uso dei materiali in fase di costruzione.
Queste considerazioni si inseriscono in un quadro più generale relativo all’andamento del mercato, sia rispetto a quanto avvenuto nel 2020 che per l’anno in corso. L’indagine dell’Osservatorio NEC evidenzia, attraverso il confronto tra l’indagine dell’ottobre dell’anno scorso e l’attuale, come dopo sei mesi si registri un maggiore ottimismo, dovuto sia ai migliori risultati ottenuti che in prospettiva. Di fronte a un 2020 molto difficile, i consuntivi ci dicono che alla fine per le imprese è andato meglio di quel che si temeva. E ciò vale in modo particolare per il Nord Est.
L’Osservatorio fa riferimento ai dati prodotti dalla rete delle Casse edili raccolti e sistematizzati nell’Osservatorio nazionale che fa capo alla CNCE, da cui emerge come, a fronte di un calo delle ore lavorate a livello nazionale nell’anno terribile della pandemia di un -8,9% sul 2019, il Veneto abbia registrato un calo del -4,5% e il FVG un -3.4%. Un 2020 che ha visto altresì una crescita del numero dei lavoratori attivi e nel Veneto anche del numero delle imprese. A livello provinciale per quanto riguarda il Veneto si va dal -11,5% di Venezia al +3,1% di Belluno. Nel FVG invece lo scarto è decisamente più ridotto andando dal -5,7% di Trieste al -0,2 di Pordenone.
Il sondaggio presso il panel di cinquanta imprese fidelizzate evidenzia come rispetto ad ottobre una percentuale maggiore di imprese abbia registrato alla fine del 2020 una crescita dei fatturati rispetto al 2019. Era il 23%, mentre oggi è il 35%. Viceversa, a fronte di un calo previsto ad ottobre del 56% a consuntivo la percentuale scende al 33%.
Il trend positivo sembra proseguire anche nei primi mesi del 2021: la crescita caratterizza il 52% delle imprese, fatturato stabile per un 39% e calo soltanto per il 9% del totale del panel. Del resto già ad ottobre si guardava al 2021 con un maggiore ottimismo, nella prospettiva della fine della pandemia e contando sugli effetti positivi del 110%, così come del rilancio degli investimenti pubblici e in previsione dell’arrivo delle risorse del PNRR. A distanza di 6 mesi il “sentiment” non è cambiato e le valutazioni sono ancora più positive. Le imprese che indicano una crescita a fine anno passano dal 54% al 59%, mentre si riducono quelle che temono una contrazione del fatturato dal 16% all’11%. Da segnalare come le aspettative di crescita risultino maggiori per chi opera sul mercato privato, così come le aspettative di calo riguardino soltanto imprese attive nei lavori pubblici.
L’indagine conferma una propensione all’investimento soprattutto sulla formazione. E mentre le imprese che operano nel mercato dei lavori pubblici puntano su digitalizzazione e sostenibilità, le imprese attive sul mercato privato privilegiano l’organizzazione e la gestione.