Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

L’ampliamento della LEF 4.0 a San Vito al Tagliamento – di Alfredo Martini

Un ampio spettro di metodologie e di modelli digitali e innovativi hanno caratterizzato la progettazione e la realizzazione dell’ampliamento dell’attuale sede di Lean Experience Factory (LEF 4.0) all’interno della Zona industriale di Ponte Rosso, a San Vito al Tagliamento. Un intervento finanziato dal Consorzio Ponte Rosso – Tagliamento e dalla Regione Friuli Venezia Giulia per un importo complessivo di circa 3,5 milioni di euro, con l’obiettivo di trasformare la struttura da fabbrica ad azienda digitale attraverso l’estensione di soluzioni digitali all’intera catena del valore e l’evoluzione di servizi innovativi a supporto del sistema delle imprese. Previsto anche un corner riservato ai progetti di nuovi edifici e infrastrutture realizzate con tecnologie innovative a cura del Digital Innovation Hub IP4FVG.

La progettazione dei nuovi spazi dedicati all’innovazione e a un incubatore per le start up è stata affidata a DEGW, brand del Gruppo Lombardini22, specializzato nello sviluppo di nuove soluzioni integrate per gli ambienti di lavoro. Come sottolinea Alessandro Adamo, director di DEGW, “il progetto di interior design è stato realizzato rispecchiando l’identità e i valori di LEF secondo le indicazioni di McKinsey, con l’obiettivo di favorire al meglio la fruizione dei diversi percorsi esperienziali connessi allo spirito tecnologico della adiacente fabbrica 4.0. A questo fine si è seguita una precisa metodologia da tempo da noi utilizzata, che prevede innanzitutto un’analisi della domanda organizzativa sottesa al progetto. In questo modo si è in grado di adeguare l’organizzazione e il design degli spazi al modello di business. Al centro del nostro lavoro abbiamo messo il concetto di cosa volesse dire passare da una produzione tradizionale a un processo Lean, con la conseguenza che il fattore chiave è diventata la flessibilità. A cui si è affiancato l’altro, quello della collaborazione, della socialità e del lavorare insieme. Da qui l’importanza di spazi comuni, di aree meeting e di conseguenza le scelte degli arredi e degli allestimenti.” Per Adamo un valore aggiunto da evidenziare riguarda l’ampio utilizzo di tecnologie innovative nel processo di realizzazione della LEF finalizzato a garantire un costante monitoraggio sia in fase di produzione che in una logica di gestione successiva dell’opera.

All’ampliamento hanno contribuito oltre 25 diversi operatori e l’aver messo al centro del processo il BIM ha consentito di risparmiare circa il 40% del tempo rispetto ad interventi similari realizzati in modalità tradizionale. Una scelta che per le aziende selezionate dal bando pubblico ha finito per essere un’esperienza ad elevato valore aggiunto, non dal punto di vista economico, bensì di crescita sul piano dell’approccio e dell’acquisizione di conoscenze e pratiche destinate a rafforzarne il posizionamento sul mercato e ad accrescerne le potenzialità competitive. Per Marco Bertuzzo, presidente dell’impresa Nuova IZC Costruzioni generali, aver vinto la gara e contribuito a realizzare l’ampliamento della Leaf, è stata “un’esperienza edificante e di alto valore didattico. Noi siamo una piccola impresa e come tale abbiamo sviluppato competenze professionali e capacità organizzative in linea con il mercato tradizionale. Tutto questo ha costituito la base per implementare conoscenze e metodologie nuove. Confrontarsi con un modo di lavorare secondo processi Lean, quali quelli applicati dalla McKinsey, si sono rivelati di grande utilità nella razionalizzazione di molti processi costruttivi, migliorando la nostra efficienza all’interno di percorsi caratterizzati da una forte integrazione tra i diversi soggetti coinvolti. In questo senso un apporto rilevante è venuto dal BIM, la cui applicazione ha valorizzato la logica di squadra spingendo ciascuno a mettersi in gioco e sperimentando un metodo che fa dell’integrazione un valore aggiunto. Egualmente, poter lavorare sulla base di un gemello digitale dell’opera progettata, riducendo drasticamente gli errori e le sovrapposizioni in corso d’opera, con effetti virtuosi in termini di costi e tempi, è stata una straordinaria esperienza formativa.”

Un altro aspetto ha riguardato l’utilizzo di strumenti digitali in diversi ambiti di applicazione all’interno del cantiere, consentendo di raggiungere risultati sempre maggiori in termini di ottimizzazione del lavoro, grazie alla rilevazione del posizionamento degli operai, così come nella gestione della sicurezza per effetto di un’applicazione diffusa della sensoristica.

Per Andrea Perin della Grimel srl, l’azienda impiantistica coinvolta sia a livello elettrico che idraulico, si è trattato di una vera e propria sfida che ritiene ampiamente vinta, con grande profitto proprio dal punto di vista metodologico e dell’organizzazione del lavoro. “L’esserci confrontati con un nuova metodologia e  con un modello digitale come il BIM ha esaltato la nostra propensione all’innovazione. Questa esperienza ce ne ha fatto comprendere da un lato l’importanza, dall’altro quanta strada ci sia ancora da fare. L’aver scelto il BIM in corsa, dopo aver impostato il progetto in modalità tradizionale, ha creato qualche difficoltà poi superata grazie alla buona volontà e allo spirito di squadra che proprio dal metodo digitale è stato esaltato con successo. Soprattutto, ci si è resi conto dell’importanza di una gestione digitale dell’intero processo fin dalla fase di pianificazione, senza la quale possono emergere delle criticità.” Anche per Perin la differenza consiste nella volontà di mettersi in gioco, di comprendere che è necessario un cambio di mentalità. “Lavorare in BIM vuol dire cambiare il tuo modo di lavorare, vuol dire che tutti i tuoi collaboratori, tecnici ed operai, devono adeguarsi accettando la sfida dell’innovazione. Nel nostro caso vi è stata una generale e ampia motivazione nell’utilizzare i tablet e confrontarsi con le piattaforme di dati, traendone non solo benefici in termini di lavoro, bensì acquisendo conoscenze e informazioni che potevano essere poi continuamente verificate in 3D. La bassa età media delle nostre squadre ha sicuramente aiutato. Ora, grazie a questa esperienza, siamo sicuramente più competitivi.”

Generale è la consapevolezza di aver contribuito a realizzare un edificio molto tecnologico in grado di assicurarne una gestione virtuosa in termini di monitoraggio, controllo e quindi dal punto di vista della manutenzione predittiva. Ciò grazie in particolare a una piattaforma unica integrata, gestibile sia dalla proprietà che dai fornitori di manutenzione, che sono così in grado di conoscere di ogni componente lo stato di usura e quindi di agire tempestivamente riducendo i rischi.