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Redazione NEC

Un po’ di dati

L’inaspettata crescita del PIL italiano nel 2022 ha stupito tutti e in particolare il settore dell’edilizia che ne rappresenta un terzo. Dopo anni di difficoltà e di segni negativi dovuti all’ultradecennale crisi settoriale, il comparto edilizia si è preso la sua rivincita, colmando quasi tutto il gap produttivo dell’ultima decade.
La crescita di questi tempi sta superando anche i fattori destabilizzanti e di incertezza, come le restrizioni della Bce e i tassi d’interesse sempre più alti che impediscono alle famiglie l’accesso al mercato del credito.

Ad ogni modo il trend positivo del settore delle costruzioni è merito anche degli incentivi fiscali, come conferma il Centro Studi Ance, e in particolare molto si deve al Superbonus 110% che ha avuto un successo quasi insperato.

Gli interventi trainanti sono stati quelli per l’isolamento termico, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e gli interventi antisismici. Infatti, nel 2022 per tali ristrutturazioni sono stati spesi circa 35,5 miliardi di euro, valore più che triplicato rispetto al 2021.

La manutenzione straordinaria nel 2022 è stata stimata in 86 miliardi di euro con un incremento del + 35% rispetto al 2021. Questo settore rappresenta oltre il 40% del valore complessivo degli investimenti in costruzioni.

Il Centro Studi Ance rileva, altresì, un aumento nel 2022 del + 4,5% su base annua per gli investimenti relativi alla nuova edilizia abitativa, così come un incremento del + 8,5% lo hanno avuto le opere pubbliche. Complice di tutti questi numeri positivi un innalzamento dei livelli produttivi attribuibile agli investimenti del PNRR.

Il 2023 gode di stime positive e si prevede una crescita anche nel secondo semestre proprio per gli interventi di messa in sicurezza ed efficientamento degli immobili pubblici, nonché per la costruzione di nuove scuole, asili nido e scuole per l’infanzia e più in generale per la rigenerazione urbana.

Previsioni future

In questo quadro che può sembrare rassicurante, però, le criticità non mancano. Le previsioni per il 2024 non sono proprio idilliache, in primis per il costo sempre crescente delle materie prime che incide moltissimo e poi perché si prevede una revisione del Superbonus cui farà seguito l’impossibilità di cedere i crediti maturati con gli interventi di efficientamento sismico ed energetico.

Per questo si ipotizza un forte calo della domanda da parte delle famiglie proprietarie di immobili. E anche se il PNRR aumenterà gli investimenti nelle opere pubbliche, è plausibile che questi non saranno sufficienti a compensare gli introiti che deriverebbero dalla manutenzione straordinaria.