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In Veneto ci sono 2.899 immobili culturali privati, di questi 1.947 operano in una o più filiere produttive. Nel 2019, ultimo dato disponibile, gli ingressi in un immobile culturale privato sono stati 17,8 milioni (il 39,2% sul dato nazionale). Ingressi che hanno generato un fatturato complessivo di 106 milioni di euro. I numeri dello studio condotto dall’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato della Fondazione Bruno Visentini testimoniano il potenziale inespresso del patrimonio privato italiano (ville, masserie, castelli, rocche, parchi, giardini e tenute agricole), che ogni anno accoglie 45 milioni di visitatori (contro i 49 milioni dei musei pubblici) nelle sue oltre 9.400 dimore.

Secondo Luciano Montidocente Luiss Guido Carli e condirettore scientifico della Fondazione Bruno Visentini, che ha curato l’Osservatorio, in una situazione come quella attuale, quando ci troviamo a pianificare gli interventi per il rilancio, occorre finanziare la valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale, pubblico e privato, che rappresenta una fattore chiave per la ripresa.

Per Giulio Gidoni, presidente Associazione Dimore Storiche Italiane, sezione Veneto, le dimore storiche sono l’identità del territorio e saranno un asset strategico in vista di un rilancio del turismo post-pandemia. Non tutte le Regioni sono riuscite a creare circuiti regionali, spesso la questione è lasciata in mani eccellenti, altre volte meno, delle amministrazioni locali. La valorizzazione delle dimore ha ricadute positive diffuse su tutto il territorio. Il Veneto potrebbe essere un valido capofila in un progetto di rilancio. Serve mettere in capo risposte economiche adeguate per far ripartire il settore adeguatamente , ha spiegato.

Secondo Vincenzo TinèSoprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, i beni culturali sono soprattutto un problema di esatta percezione e di adeguata valorizzazione. Perché la mera tutela può essere del tutto vana senza una prospettiva di seria e sostenibile attualizzazione di questi beni nel vissuto di oggi.

In quest’ottica stupisce – come ha sottolineato Giacomo di Thiene, Presidente Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche  – l’esclusione delle dimore storiche dal Sismabonus, ritenendola una miopia del legislatore.