Di Pier Paolo Marson
Le SOA, Società organismi di Attestazione, certificano le imprese per consentirne la partecipazione alle gare d’appalto di Lavori Pubblici. L’attestazione SOA viene rilasciata in esito a stringenti controlli sull’affidabilità dell’impresa, atti a garantirne la capacità esecutiva.
La professionalità e le competenze maturate dalle SOA nelle verifiche dei requisiti delle imprese e dei loro esponenti, nonché la consistenza delle banche dati acquisita dalle SOA in vent’anni di esperienza, sono asset – prerogativa unica del Sistema di Qualificazione Italiano – che possono essere messi a servizio del Paese grazie all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione. Possono, inoltre, consentire una vera ed incisiva semplificazione, sburocratizzazione ed una maggior efficienza delle attività di Pubblica Amministrazione e Imprese, ingredienti indispensabili per avviare l’auspicata ripresa economica che dovrà necessariamente interessare il settore dei Lavori Pubblici per risultare solida e duratura.
Su questo fronte ESNA SOA sta adottando a livello sperimentale un’innovazione con un progetto oggi in fase di collaudo promosso in partnership con IBM dalle SOA aderenti all’Associazione di categoria Unionsoa. Si tratta dell’applicazione nel processo di Qualificazione della blockchain, una tecnologia che ha preso piede in molti ambiti operativi per le garanzie che offre quanto a trasparenza, sicurezza, tracciabilità e flessibilità.
La blockchain è infatti applicabile ai processi gestiti dalle SOA grazie alla possibilità di rendere disponibile in un archivio digitale – il cosiddetto “Fascicolo Virtuale” – tutti i dati e i documenti relativi alle verifiche effettuate durante l’istruttoria per il rilascio dell’attestazione, in modo che risultino sempre accessibili all’Autorità Nazionale Anticorruzione e all’Impresa qualificata, in linea con quanto previsto dallo schema di Regolamento del Codice Appalti di prossima emanazione.
La tecnologia blockchain applicata in questo ambito permette, nello specifico, di garantire certezza e accessibilità a tutto l’iter di qualificazione mediante la creazione di un dossier nel quale sono contenuti dati e documenti con inconfutabile prova di originalità, data di acquisizione e provenienza. Nella blockchain viene memorizzata ogni attività svolta dalle SOA assicurando la massima trasparenza sulle modalità adottate nella ricezione, gestione e validazione della documentazione afferente Imprese, Stazioni Appaltanti, Enti e committenti privati.
L’utilizzo della blockchain che le SOA stanno sperimentando potrebbe, in tal modo, essere messa a disposizione della Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici gestita dall’ANAC e contribuire a rafforzare il processo di digitalizzazione e semplificazione nel comparto dei Lavori Pubblici, ove, attualmente, operano circa 27.000 imprese in possesso di attestazione SOA, coerentemente con quanto disposto dal recente Decreto Semplificazioni che sostiene la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, l’impiego di tecnologie emergenti e iniziative ad alto valore tecnologico.
Ma vi è di più. La possibile estensione dei nodi della blockchain alle Pubbliche Amministrazioni coinvolte nel comparto degli appalti rende ancor più interessante l’ambito applicativo di questa tecnologia, con grandi vantaggi in termini di semplificazione, sburocratizzazione ed efficienza. Vediamo come.
Le SOA, per la verifica di veridicità e sostanza dei requisiti, impegnano oltremodo la Pubblica Amministrazione con continue richieste di certificazioni e riscontri di autenticità; ciò comporta per le Amministrazioni un enorme dispendio di tempo, energie e risorse. Possiamo stimare come mediamente le SOA producano annualmente oltre 200.000 richieste di certificazioni, cui si sommano le istanze che le stesse Stazioni appaltanti formulano per le verifiche sia in sede di aggiudicazione delle gare d’appalto, che durante le varie fasi di esecuzione del contratto. Se si pensa che lo scorso anno – nonostante la pandemia – sono state bandite circa 22.000 gare d’appalto di lavori, si comprende bene l’impegno generale richiesto alla Pubblica amministrazione, alle Stazioni appaltanti e alle Imprese per produrre e gestire questa enorme mole di dichiarazioni, certificazioni e riscontri.
In questo contesto la tecnologia Blockchain ben si presta a favorire semplificazione ed efficienza, grazie al possibile coinvolgimento nella “catena” in modo sicuro ed economico di tutte le Amministrazioni interessate. Gli Enti che oggi hanno l’incombenza di fornire i certificati sia alle SOA che alle Stazioni Appaltanti potrebbero metterli a disposizione unicamente delle prime, tramite un accesso diretto degli Organismi di Attestazione alle relative banche dati (non dimentichiamo la funzione pubblicistica attribuita alle SOA dalla norma), oppure partecipando come nodi della blockchain e caricandoli direttamente.
A questo punto le SOA, che si occupano della verifica dei certificati e della validazione dei requisiti dell’Operatore Economico, potrebbero mantenerli periodicamente aggiornati in modo automatizzato e caricarli nel Fascicolo virtuale tramite blockchain, così da renderli sempre disponibili alle Stazioni appaltanti e a tutti gli stakeholders: l’attestazione SOA rappresenterebbe la sola condizione necessaria per la dimostrazione dei requisiti.
In più, le SOA potrebbero arricchire il Fascicolo Virtuale inserendo nella blockchain ulteriori certificazioni e documenti, quali i “Certificati di esecuzione dei lavori privati” e le connesse verifiche di veridicità effettuate richiedendo il riscontro a Enti, committenti e professionisti. Potrebbe in tal modo finalmente vedere la luce anche quella Banca dati nazionale dei Lavori privati, certificati dalle SOA, che da vent’anni attende un’implementazione.
Da ultimo, ma non di minore importanza, vi sarebbe la possibilità di eliminare le autocertificazioni che le imprese oggi producono in fase di qualificazione e di affidamento, con conseguente riduzione di oneri, incombenze e criticità connesse ad eventuali dichiarazioni mendaci. I requisiti, infatti, risulterebbero verificati direttamente dalle SOA, senza necessità per gli operatori di dichiarare alcunché.
Insomma, una semplificazione e sburocratizzazione a trecentosessanta gradi per tutto il comparto dei lavori pubblici che, partendo dalla Qualificazione, potrebbe essere gestita con il contributo delle SOA per consentire alla Pubblica Amministrazione di dare attuazione concreta al principio once only tanto caro all’UE, ottenendo un significativo incremento in termini sia di efficienza – per gli ovvi risparmi – che di efficacia. In tal senso le Amministrazioni potrebbero recuperare risorse da poter meglio impiegare nelle proprie attività istituzionali; le Stazioni appaltanti concentrarsi maggiormente in fase di affidamento nella verifica delle sole condizioni economico-tecniche dell’offerta o nella gestione dei lavori durante la fase esecutiva, al pari delle Imprese che vedrebbero ridotti gli oneri burocratici e di produzione documentale.
Se consideriamo che anche il Recovery Plan indirizza e stimola gli investimenti nella digitalizzazione e nell’innovazione tecnologica e siamo consapevoli che la ripresa economica dovrà necessariamente fondarsi sulla semplificazione e sburocratizzazione del settore dei Lavori Pubblici, la blockchain applicata alla Qualificazione e agli Appalti è un progetto che merita le dovute attenzioni e riflessioni da parte delle Istituzioni e degli addetti ai Lavori: facciamoci trovare pronti, non sprechiamo questa occasione.