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Venerdì 12 novembre si è svolta all’interno del salone del piano nobile di Palazzo Sandi, sede storica della Associazione Costruttori Edili di Venezia, la conferenza stampa di inaugurazione e presentazione del lavoro di recupero artistico-architettonico della sala e dell’affresco di Giambattista Tiepolo e del fregio di Nicolò Bambini.

Nell’ambito delle iniziative per il 75° anniversario della sua fondazione, l’Associazione dei Costruttori Edili di Venezia ha intrapreso un intervento di restauro dei gioielli della propria sede di Palazzo Sandi a Venezia. L’opera ha coinvolto in particolare il salone del piano nobile che ospita il prestigioso affresco di Giambattista Tiepolo e il fregio monocromo di Nicolò Bambini. 

Per noi costruttori edilisottolinea il Presidente Giovanni Salmistrariincontrarci periodicamente nella sala del Consiglio e alzare gli occhi verso il soffitto costituisce da sempre una fortuna e un privilegio. Disporre di un patrimonio artistico come le due opere “Il trionfo dell’eloquenza” del Tiepolo e “L’umanità primitiva” del Bambini è altresì una responsabilità. Conservarlo e garantirne le qualità estetiche e tecniche è stato sempre il nostro impegno. Così, in occasione di un anniversario come il 75° dalla nascita di ANCE Venezia, il Consiglio ha ritenuto doveroso investire per riportare all’originale bellezza un’opera forse meno conosciuta ma egualmente preziosa come il nostro affresco. Chi da sempre ama e lavora prestando grande attenzione ai dettagli e alla qualità di opere che oltre che funzionali debbono anche rispondere a canoni estetici, non può che essere estremamente orgoglioso di riportare a nuova vita e mettere a disposizione di tutti un patrimonio come quello che custodiamo.

Il restauro si è svolto in due fasi. La prima dedicata al fregio che circonda l’affresco; la seconda invece al recupero dell’affresco vero e proprio con l’obiettivo di intervenire riportando l’opera alla sua qualità originaria. L’affresco, infatti è stato nel corso del tempo oggetto di diversi interventi di restauro, oggetto di teorie diverse, con tecniche e tecnologie differenti, che hanno contribuito a modificarne l’aspetto e i colori originali. L’attuale restauro invece si caratterizza proprio per voler restituire al dipinto quelle caratteristiche cromatiche, di stile proprie del Tiepolo. Questo approccio ha consentito così di riportare a vista particolari che erano stati ricoperti e cancellati. Tra questi una figurina di un personaggio in abiti settecenteschi: probabilmente il committente. Un elemento ricorrente nelle opere del Tiepolo questo di inserire nel dipinto un’immagine della persona che ha reso possibile la realizzazione dell’opera. 

La storia dell’affresco è legata a quella del Palazzo che lo ospita. Nel 1724 il conte Tommaso Sandi, erede di una importante famiglia di avvocati e recenti membri del patriziato veneziano, in occasione delle nozze del figlio Vettor, commissionò proprio a Giambattista Tiepolo, un ciclo decorativo di dipinti con soggetti che dovevano celebrare le virtù della famiglia, per arredare il piano nobile della propria residenza veneziana. Oltre all’affresco, il salone ospitava infatti alcune tele – tre dello stesso Tiepolo e due di Bambini – che si ricollegavano all’affresco del soffitto. “Queste tele – ricorda Salmistrari – sono oggi conservate nella sala della colazione dell’Hotel Hilton a Roma. Ci auguriamo che si possa un giorno ricreare la scenografia della sala completa. In ogni caso, per rendere l’idea di come si presentava il salone nella sua configurazione originaria, abbiamo elaborato una ricostruzione virtuale e interattiva, molto suggestiva, dell’insieme delle opere che abbellivano la sala.”

“E’ abbastanza ragionevole individuare nella conformazione del telaio architettonico della sala e nel programma decorativo un progetto unico ed organico, fortemente legato alle aspirazioni della committenza: non potendo infatti ostentare una nobiltà di antiche origini, il padre di Vettor decide di celebrare la propria casata attraverso l’esaltazione delle virtù, saggezza ed eloquenza, associate all’esercizio della propria professione, l’avvocatura. I Sandi celebrano quindi ‘la civiltà della parola’, regolata dall’esercizio della virtù, che guida l’intelletto dell’uomo e inonda di luce l’intera sala (Tiepolo), relegando ai margini, brancolante nel buio, un mondo primitivo fatto di mostruosità, vizio e sofferenze (Bambini)”. Federica Restiani, Istituto Veneto per i Beni Culturali.