A colloquio con Piero Petrucco – di Alfredo Martini
Il Best Performance Award di SDA Bocconi è il premio annuale dedicato alle imprese italiane che si distinguono per l’eccellenza nello sviluppo sostenibile inteso in un’accezione ampia, ovvero come la capacità di fare impresa, garantendo la continuità aziendale nel rispetto della dimensione umana e ambientale, dell’innovazione e della gestione economica. Un premio prestigioso che per la prima volta è stato assegnato a un’impresa di costruzioni: la ICOP di Udine ha ricevuto il Best Performing Medium Company, a pari merito con la SIFI, azienda italiana leader nell’EyeCare.
Il valore del premio appare molteplice e multidimensionale. Oltre a testimoniare che anche un settore tradizionalmente a scarsa trazione industriale si sta innovando, il premio alla ICOP registra una crescita della consapevolezza rispetto a fattori destinati oggi a caratterizzare i livelli di competitività: sostenibilità, innovazione, Governance. Quale occasione migliore allora per ragionare su questi temi e sulla relazione tra di essi in un settore che si avvia ad essere nevralgico per il futuro del Paese? Anche in considerazione della mole di risorse destinate dalla Next Generation all’Italia e della rilevante quota destinata ad opere che chiamano in causa la filiera e le imprese dell’edilizia in primis. Ne parliamo con Piero Petrucco, vicepresidente di ICOP e uomo di associazione, a livello territoriale, nazionale e, recentemente, internazionale, avendo assunto la carica di vicepresidente della FIEC (Federazione europea delle imprese industriali edili). Del resto l’internazionalizzazione è un fattore rilevante nella strategia e nella composizione dei fatturati di ICOP.
Che cosa significa per la vostra impresa aver vinto questo premio?
“Un premio come questo costituisce innanzitutto un attestato di solidità finanziaria e di capacità nella gestione economica. A ciò si aggiunge un riconoscimento alla particolare attenzione prestata alla sostenibilità, intesa in senso ampio, in relazione al quale l’impatto ambientale costituisce solo uno degli elementi e probabilmente neanche il principale. Sicuramente avere un approccio volto alla sostenibilità vuol dire avere una visione olistica del modo in cui affrontare il mercato, mettere in campo fattori decisivi come la storia e la cultura di una impresa e il suo radicamento territoriale. Avere la consapevolezza che un’impresa è un meccanismo che si basa sull’impegno di tante persone e sulla qualità delle relazioni e quindi dell’ambiente di lavoro. Governare un’impresa con successo oggi significa, altresì, accettare la sfida dell’innovazione e della digitalizzazione, comprendendo che con essa si deve cambiare radicalmente l’organizzazione aziendale. Il successo e la solidità di un’impresa dipendono in larga misura da fattori endogeni. Una considerazione, questa, che molto spesso non trova riscontro nelle imprese di costruzioni, nelle quali prevale la convinzione che avere successo nel mercato dipenda non tanto dalle persone, quanto dal contesto, prevalentemente normativo o finanziario. Questa sottovalutazione dell’importanza dell’organizzazione e della cultura imprenditoriale determina una debolezza che potremmo definire strutturale del settore. E’ qui che si cela la scarsa propensione industriale delle imprese di costruzioni, dove la qualificazione e un modello gestionale di tipo industriale stenta ad affermarsi. Qui va cercata anche la difficoltà a confrontarsi apertamente con i temi cruciali della sostenibilità. Ne è un esempio concreto la ritrosia a parlare di Carbonfoot, di impronta ecologica, un concetto cardine delle strategie di un’impresa manifatturiera. Egualmente, diventa difficile gestire i principali indicatori che caratterizzano la sostenibilità. Pensiamo a quanto sta avvenendo nel settore finanziario, nel quale si sta assistendo a una riconfigurazione dei parametri di valutazione, basati sugli ESG (Enviroment, Social & Governance), indicatori che integrati tra loro consentono di valutare la capacità competitiva di un’azienda. Fattori che anche la SDA Bocconi ha preso come criteri per selezionare le aziende da premiare. La sostenibilità è un driver per stare sul mercato. E gli ESG certificano gli sforzi e le capacità di stare dentro questa nuova visione.”
Uno degli aspetti che troppo spesso non vengono analizzati con la dovuta attenzione riguarda la connessione tra una visione, un modello di Governance e un approccio strutturato e consapevole alla sostenibilità.
“Rifacendomi alla nostra esperienza, non vi è dubbio che la propensione alla sostenibilità dipenda dalla Governance che ci siamo dati e che vada fatta risalire a una ben precisa cultura e strategia di impresa. Quel che spesso non risulta chiaro è che avere un approccio sostenibile non significa soltanto e soprattutto avere una particolare attenzione all’ambiente, all’ecologia, bensì creare una stretta correlazione con la responsabilità sociale, nei confronti di quel che succede sia all’interno, sia all’esterno dell’impresa. L’intreccio tra Governance e sostenibilità si concretizza in una serie di attenzioni e di scelte che riguardano, ad esempio, l’attrazione e la valorizzazione dei talenti, la questione del riequilibrio del gap di genere, il ricambio generazionale e lo scambio di competenze e di esperienze tra giovani e anziani. E’ per questo approccio che oggi le donne costituiscono oltre il 25% dei nostri dipendenti ed è stato inserito un consigliere indipendente nel CDA. Da questo approccio deriva la costituzione di un leadership team, in cui figure esperte si confrontano, discutono e sviluppano proposte rispetto a questioni chiave come il budget, le scelte tecnologiche o la qualità. La stretta correlazione tra il modello di governo dell’impresa e la sostenibilità si concretizza anche nel favorire un virtuoso equilibrio tra esigenze lavorative ed esigenze familiari, nella realizzazione di servizi interni all’impresa in grado di dare risposte concrete, quali spazi per i bambini e la gestione di un centro estivo. L’obiettivo è alzare i livelli del benessere e della soddisfazione del personale, dotandosi di soluzioni in grado di intercettarne le richieste.”
Che ruolo gioca l’innovazione e in quale misura l’azienda sta sposando la digitalizzazione?
“L’approccio verso una efficienza sostenibile trova nella digitalizzazione un aiuto fondamentale. Il nostro modello oggi si basa su una forte integrazione tra digitalizzazione, innovazione tecnologica e sostenibilità. Esiste una stretta connessione tra la scelta di investire su tecnologie innovative e la scelta di investire sulla sostenibilità. Al centro si pone il controllo di gestione inteso come la messa in atto di un sistema articolato di controlli digitalizzati dei diversi processi, da cui derivano rilevanti risultati in termini di efficienza e di produttività. La digitalizzazione ci consente, altresì, di misurare la qualità delle prestazioni e dei risultati. Certo, per chi come noi opera nelle costruzioni, il rapporto tra investimenti e risultati è sicuramente meno lineare che per un’azienda manifatturiera. Nell’edilizia, infatti, poche attività e pochi processi sono replicabili, con la conseguenza che abbiamo bisogno di un numero elevato di personalizzazioni, con un conseguente aumento dei costi. Non si tratta di un fattore marginale. Se oggi non si accetta questa sfida e non si innescano percorsi ad alta innovazione, diventa difficile competere a livello internazionale. La nostra storia del resto è una conferma dell’importanza di saper cambiare e mettersi in gioco. E’ quanto avvenuto quando abbiamo deciso di entrare nel mercato dei microtunnel, tecnologia con cui oggi realizziamo una quota rilevante del nostro fatturato e che allo stesso tempo traina l’evoluzione dell’azienda rispetto all’innovazione e alla sostenibilità. Si tratta, infatti, di un settore in cui si è sempre alla ricerca di nuove soluzioni, volte a ridurre gli impatti, razionalizzare i processi, utilizzare soluzioni e tecniche in grado di comprimere l’emissione di CO2. Tutto questo ci rende particolarmente orgogliosi e consapevoli di perseguire obiettivi di sostenibilità concreti e misurabili.”
L’impresa ICOP, come già segnalato da NEC, il 24 marzo è stata anche al centro del Roadshow “I 100 luoghi di Industria 4.0”, promosso da Confindustria e dal Digital Innovation Hub di Udine. Unica tappa del circuito nazionale di Confindustria ad avere come protagonista un’impresa del settore edile scelta come esempio di innovazione tecnologica.
Di seguito il link della registrazione dell’evento: https://attendee.gotowebinar.com/recording/9097199093369670159