Redazione NEC
Se l’aumento dei materiali aveva già pesantemente colpito il settore edilizio a partire dalla fine del 2020, adesso la guerra in Ucraina ha dato il colpo di grazia. Non solo i materiali, ma anche l’energia. In un quadro così incerto e complesso, i cantieri italiani sono fortemente a rischio blocco. Il Governo è intervenuto con nuovi sostegni riducendo le aliquote di accisa sui carburanti, compensando il caro edilizia con un fondo di altri 320 milioni e dando la possibilità alle stazioni appaltanti di anticipare fino al 50% della quota richiesta dalle imprese. Tuttavia, quello che preoccupa è la scomparsa dal decreto della voce su proroghe e sospensioni degli appalti rallentati.
ANCE avverte:” Le misure adottate dal Governo sono insufficienti e hanno tempi di attuazione troppo lunghi (più di un anno) rispetto all’emergenza. La forte accelerazione dell’aumento registrata negli ultimi giorni, anche per effetto della crisi geopolitica, sta facendo saltare il banco e la situazione è diventata insostenibile, nonostante gli sforzi messi in campo dalle imprese. Senza misure immediate si fermano i cantieri e il PNRR fallisce”.
Tramite una serie di emendamenti, è stato richiesto che per i lavori in corso di esecuzione (offerta presentata entro il 2020) le stazioni appaltanti aggiornino i listini ai prezzi correnti per una percentuale non inferiore al 20% e sottoscrivano un adeguamento dell’importo contrattuale residuo ai nuovi prezzi a partire da gennaio 2022. Dunque, richieste di maggiore flessibilità per velocizzare l’esecuzione dei lavori e non restare bloccati.
Tra i numerosi rincari dei materiali, è bene ricordare il costo del ferro acciaio tondo per cemento armato, che, dopo un aumento del 54% nel 2021, nei primi 2 mesi del 2022 si è impennato di un ulteriore 40%. Stesso discorso per il bitume, anch’esso al +40%. Non sono da meno calcestruzzo, materie plastiche e metalli. Discorso ancora più impattante per l’energia e i carburanti: solo nei primi 15 giorni di marzo, dopo aumenti già consistenti, il costo del gas naturale è aumentato dell’875%, quello dell’energia elettrica del 542%, mentre petrolio e gasolio sono rispettivamente a +81% e +119%.