Di Fabio Millevoi, Direttore ANCE FVG e Co-founder Associazione Futuristi Italiani –
In un’economia che gira con il motore al minimo le costruzioni si avviano ad entrare nel secondo ventennio del XXI secolo senza una chiara prospettiva di sviluppo.
Se già prima del COVID si parlava di una crescita anemica, lenta, lentissima, praticamente immobile, i primi dati a valle dell’emergenza sanitaria fotografano una brusca battuta d’arresto del comparto delle costruzioni, con una diminuzione nel 2020 di circa il -10% in termini reali, rispetto all’anno precedente, con un picco massimo, tra aprile e giugno, pari a -22%, ma con una previsione, per il 2021, di una moderata crescita del 2,7%.
Percentuali che testimoniano da un lato un settore ferito e molto preoccupato, dall’altro un desiderio di cogliere l’occasione per una nuova ripartenza grazie soprattutto all’ecobonus al 110%. Una rivoluzione che permetterà di dare una spinta al rinnovamento del patrimonio immobiliare che necessita – indistintamente da Nord a Sud – di riqualificazione, ammodernamento, sicurezza e sostenibilità.
“Adesso è, però, indispensabile la collaborazione – ha sottolineato il ministro Patuanelli nella sua testimonianza al recente convegno “Il futuro dell’edilizia è nei dati” (1) – di tutta la filiera per ripensare ai materiali, alle procedure e a nuovi sistemi in cui il costruttore e l’ambiente trovino un inedito equilibrio pieno di opportunità”. Aspetti, ha continuato il ministro, su cui occorre fare uno sforzo attraverso l’uso e l’applicazione della ricerca e dell’innovazione tecnologica che sarà sostenuta soprattutto in chiave green. E se la digitalizzazione rappresenta un’ulteriore possibilità di crescita, occorre fare uno sforzo congiunto per introdurre nella tradizione del settore i sistemi innovativi basati su automazione, gestione dei dati e digitalizzazione. Per “costruire” insieme, ha concluso il ministro, un domani sostenibile, a vantaggio della salute, dell’ambiente e della crescita economica.
Parole che indicano una precisa direzione, una chiara e inequivocabile rotta verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Un cammino – si riporta nel paper Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese – elaborato dalla ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano – declinato in tre sfide: la digitalizzazione della società; l’innovazione del Paese; lo sviluppo sostenibile ed etico della società nel suo complesso.
Tuttavia, in un percorso che necessita di azioni che devono essere sviluppate di concerto con i territori, a livello comunale e regionale, quale sarà il ruolo per il comparto edile? Per una filiera stretta tra pessimismo e resilienza, senso di insicurezza e ricerca di stabilità che continua ad affannarsi fra prestazioni produttive sempre meno significative, mentre altri settori sono stati in grado di trarre vantaggio dai progressi della tecnica ammodernando i processi realizzativi e accrescendo le performance? L’agricoltura, ad esempio, ha aumentato di 15 volte la propria produttività dal 1950 ad oggi, nel mentre il comparto delle costruzioni è rimasto zavorrato ai livelli produttivi degli anni ’80 (2). In edilizia metà delle ore lavorate non genera valore economico e continua a incontrare ostacoli al rinnovamento del proprio processo produttivo. Un comparto certamente particolare e che svolge, per definizione, un’attività complessa, difficilmente standardizzabile poiché ogni edificio, realizzazione, infrastruttura è un prototipo.
Il futuro dell’edilizia è nei dati o il futuro dei dati sarà nelle costruzioni?
Se il settore edile è caratterizzato da un diverso modo di industrializzare i propri processi rispetto all’industria manifatturiera le sue peculiarità non possono rappresentare un alibi per rinviare ad libitum la messa a fuoco di una strategia di cambiamento radicale del modello di business, di una strategia che potrebbe vedere proprio nella digitalizzazione del processo produttivo la risposta alla mancata produttività. Inoltre, nell’attuale “Digital Age”, governata dalla nuova religione del “dataismo”, che ha i suoi Dei negli algoritmi, iniziare a definire una strategia con i dati è un approccio che il comparto delle costruzioni non può più procrastinare. Un obiettivo che non implica avere degli algoritmi che magicamente diventano la soluzione a tutti i problemi aziendali ma avere dei “dati che parlano”(3). Uno strumento che aiuta a prendere decisioni guidate dalla realtà e non dalle intuizioni personali in un ciclo continuo di apprendimento, alimentato da un circolo virtuoso di scambio di informazioni, per individuare e adottare soluzioni applicative più utili ed efficaci a migliorare l’efficienza, perché chi ha i dati ha un vantaggio competitivo.
Una ricetta per una innovazione di successo ha, peraltro, bisogno – ama ricordare Massimo Debenedetti, Corporate Vice-president for Research & Innovation in Fincantieri – di due ingredienti: il primo è la strategia, cioè definire cosa si vuole portare sul mercato; il secondo sono processi in grado di trasformare la strategia in azione.
Non va, però, sottovalutato l’aspetto organizzativo e di cultura aziendale perché è nella fase di attuazione che l’impatto dell’innovazione, ovvero dell’introduzione delle tecnologie digitali, modifica i processi aziendali. Gli effetti dell’epidemia COVID-19, ad esempio, hanno rappresentato per molte imprese un significativo test. Pensiamo allo smart working, di come un fattore esterno ed imprevedibile abbia accelerato dei processi posticipati a causa di resistenze nei diversi livelli organizzativi.
Ed è proprio sull’onda della “di-scontinuità” rispetto al passato, imposta dal Coronavirus, che bisogna riflettere. Discontinuità che qui bisogna intendere come ricerca di un nuovo paradigma che non sia semplicemente il rimedio agli errori, bensì una riscrittura del tempo presente. Non è più tempo di progetti spot.
L’introduzione della digitalizzazione nel processo produttivo e nel cantiere edile ha bisogno di una pianificazione che integri tecnologia, dati, cultura aziendale, formazione e strategia di business. Le imprese, tuttavia, impegnate a prendere decisioni sul breve termine, schiacciate fra l’emergenza e l’urgenza della loro quotidianità, incontrano innumerevoli difficoltà a re-immaginare da sole le nuove regole del gioco. Pertanto, in questa nuova normalità – volatile, incerta, complessa, ambigua – tutti sono chiamati a lavorare per un futuro che non è un prodotto ma un processo.
Per questo è appena nato in Friuli Venezia Giulia il “Laboratorio dell’Immaginazione per le Costruzioni Future” (LICoF). Un luogo di contaminazione trasversale che aiuterà il settore a mettere al lavoro la sua immaginazione per allargare la visione e pensare out of the box, per superare le convinzioni radicate, per imparare a vedere come l’innovazione produce innovazione, la tecnologia genera tecnologia.
Generalmente, la tecnica più usata per costruire scenari è quella basata sulla propensione a leggere le tendenze in atto e a proiettarle su una retta ipotetica. Molto spesso, tuttavia, è necessaria anche la disponibilità a pensare in maniera diversa, a rompere le regole, a superare i pregiudizi del «si è sempre fatto così».
LICoF è, quindi, un progetto di knowledge-sharing ideato da Ance FVG e promosso da CANTIERE 4.0. & oltre, nell’ambito del progetto di alfabetizzazione, informazione e formazione avviato in seno al Digital Innovation Hub IP4 FVG, che intende rivolgersi a tutti gli attori della filiera delle costruzioni (imprese, professionisti, enti committenti) con l’obiettivo di avviare un percorso di pensiero sistemico che porti a definire da un lato i nuovi modelli di business e organizzativi per le imprese e dall’altro individuare le tecnologie più coerenti a supportarli verso il cantiere intelligente (Bim, intelligenza artificiale, blockchain,…).
Il Laboratorio inizierà interrogandosi, innanzitutto, sulle future competenze che l’imprenditore edile dovrà avere nel 2030. Prevederle non è difficile e impossibile, ma studiare le ipotesi future è una necessità e lo farà pensando l’impensabile, immaginando sorprese, criticità, punti di rottura con il presente perché é quello che oggi è diverso dalla nostra esperienza domani sarà realtà.
Note
- Evento svoltosi il 12 settembre 2020 alla Fiera di Pordenone in occasione delle X rassegna ECOCASA- promosso da ANCE FVG e organizzato da CANTIERE 4.0. & oltre” nell’ambito del progetto di alfabetizzazione, informazione e formazione avviato in seno al Digital Innovation Hub IP4 FVG.
- Antonio Nesti e Rosalia Moffa, Analisi economiche e strumenti di ricerca operativa per la stima dei livelli di produttività nell’edilizia off-site in “Rivista valori e valutazioni”, n. 20/2018.
- Cristina Conti in SAS Institute srl, “Trend” 01/2020.