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Di Ing. Antonio Paolo Galliano, Direttore tecnico di CQOP SOA S.p.A.

L’importanza oggi di poter disporre di informazioni oggettive e una adeguata documentazione relativamente alle imprese edili che operano nel mercato privato costituisce, per una piattaforma come NEC, un fattore fondamentale per garantire al mercato delle costruzioni di crescere nel segno della qualità e dell’innovazione.

A questo fine appare particolarmente utile ragionare su quali siano i parametri quantificabili e indicativi per valutare la qualità di un’impresa. Essi si possono ricondurre a quattro macro categorie:

  • Legalità (precondizione)
  • Solidità dell’impresa (garanzia di continuità per il committente)
  • Storicità dell’impresa (la sua passata esperienza, il know-how storico)
  • Reputazione (esperienze recenti, la proattività dell’impresa nella realizzazione dell’opera in collaborazione con gli altri attori e stakeholder del processo del “costruire”)

Ecco allora che nell’apprestarsi a progettare uno strumento informativo in grado di aiutare le committenze a valutare al meglio le imprese, sulla base di criteri chiari e misurabili, diventa utile confrontare il sistema italiano con quello di altri Paesi europei, considerando anche che le regole, così come la tendenza della globalizzazione, rendono sempre più necessario guardare fuori dai nostri confini nazionali. 

A questo proposito ci viene in aiuto uno studio del CRESME[1] dell’Ottobre scorso dedicato ai sistemi di prequalificazione e selezione per il settore pubblico.

L’esperienza italiana: le SOA

Partiamo da “casa nostra”. La prequalifica in ambito pubblico italiano è affidata dall’anno 2000 a soggetti privati sotto il controllo pubblico: le SOA. Queste, a fronte della verifica del 100% dei requisiti di legge, hanno garantito al sistema dei lavori pubblici una sostanziale assenza di contenziosi in gara, a differenza di quanto avviene correntemente nelle gare di servizi e forniture.

Gli spazi di miglioramento vengono dal maggiore uso e pervasività delle tecnologie, ma si scontrano con l’arretratezza della macchina pubblica e con la normativa che, a fronte della stabilità che vediamo negli esempi degli altri paesi, registra invece in Italia negli ultimi 26 anni una media di tre modifiche legislative impattanti le costruzioni ogni due mesi (circa 500 atti normativi).

Il Modello Tedesco – o “degli Ingegneri”

Il quadro normativo tedesco è praticamente lo stesso dal 1936: dall’introduzione del VOB/A sono state adottate meno di otto modifiche significative alle procedure.

Il “modello tedesco” è basato sulla centralità del progetto e degli atti tecnici e la selezione avviene principalmente sulla qualità tecnica dell’impresa: sinteticamente lo definiamo il “modello degli INGEGNERI”.

Più in dettaglio, per quanto ci interessa, dal 2006 la Germania ha adottato un sistema di qualificazione delle imprese denominato PQ-VOB affidato a soggetti privati sotto la direzione ed il controllo dell’organo pubblico “Verein für Präqualifikation von Bauunternehmen”.

I requisiti considerati coprono:

  • Conoscenze tecniche
  • Affidabilità
  • Prestazioni dell’impresa

Non vengono invece considerati requisiti di stabilità economica e conformità alle specifiche tecniche.

Le imprese vengono inserite su base volontaria in un elenco che riporta anche i riferimenti ai documenti che ne provano l’idoneità.

Il modello Inglese – o “dei Manager”

Nel Regno Unito le norme sulla qualificazione sono ridotte, secondo lo schema tipico dei Paesi in cui si adotta il modello della “Common Law”.

Dell’impresa vengono esaminati prevalentemente:

  • la capacità di innovazione progettuale e tecnico esecutiva
  • la reputazione

Ogni committente deve gestire un proprio albo di imprese. Per semplificare e velocizzare le procedure, il governo dal 1998 ha investito sul network Constructionline, joint venture pubblico-privato (con Capita, poi Warburg Pincus) che gestisce il più grande database online delle imprese del settore delle costruzioni.

Gli indicatori esaminati nel database riguardano:

  • stato e legittimità
  • credenziali assicurative, finanziarie
  • credenziali sanitarie e di sicurezza
  • credenziali ambientali
  • qualità organizzativa
  • rispetto di uguaglianza e pari opportunità

Il modello Francese – o “degli Amministrativi”

Il modello francese, pur adottando un ordinamento “amministrativo” e molto regolamentato – analogo in questo al sistema di norme italiane – assegna potere alla stazione appaltante.

La qualificazione delle imprese viene gestita da un organismo pubblico-privato di diritto privato che nasce nel 1949 come OPQCB e nel 1993 diventa QUALIBAT.

L’inserimento nel registro Qualibat è facoltativo, ma di fatto l’80% del fatturato del settore viene fatto da imprese iscritte: nel novembre 2019 erano oltre 70.000 imprese.

I parametri considerati nel modello francese sono:

  • assicurazione di responsabilità civile in corso di validità, regolarità contributiva (fiscale e di previdenza sociale)
  • stabilità finanziaria (verificata sulla base degli ultimi due anni)
  • competenza tecnica (know-how ed esperienza dell’azienda, soddisfazione del cliente in merito alla qualità dei risultati, rispetto delle scadenze)
  • risorse umane e mezzi tecnici.

Il processo di esame dei requisiti è rigoroso, tanto che solo la metà delle imprese richiedenti la certificazione riesce ad ottenerla.

I contributi per il risparmio energetico ed i “certificati bianchi” energetici in Francia si possono ottenere solo se i lavori vengono assegnati, anche dai privati, ad imprese iscritte a Qualibat e presenti nell’elenco imprese certificate “RGE”.

Una “vetrina” per il Nord Est NEC

Guardando al quadro europeo e considerato il modello “pubblico” italiano basato sulle SOA, NEC sta orientandosi verso la costruzione di una “vetrina delle imprese ” basata sulla volontarietà nella fornitura dei dati rispetto a una serie di parametri che non possono non avere, come abbiamo visto, un comune denominatore con quelli riconosciuti nei principali mercati europei.

Proviamo a riassumerli:

  • Certificazioni (cogenti o volontarie) e rispetto delle normative:
    • la presenza di certificazione di settore SOA
    • qualità ISO 9001
    • certificazioni ambientali
    • sicurezza e salute sul lavoro
  • Solidità dell’impresa (garanzia di continuità per il committente):
    • numero dipendenti
    • fatturato ultimo anno
    • presenza di Uffici tecnici di progettazione interni
    • disponibilità project manager qualificato
  • Storicità dell’impresa
    • passata esperienza, il know-how storico, il modello organizzativo, i principali lavori svolti storicamente
  • Reputazione
    • esperienze recenti, i più importanti lavori eseguiti negli ultimi 3-5 anni, proattività dell’impresa nella realizzazione dell’opera in collaborazione con gli altri attori e stakeholder del processo del “costruire”
    • innovazione dell’impresa
    • etica dell’impresa
      • rating di legalità
      • white list
      • modello organizzativo 231/2001
      • adozione codice ETICO di categoria

Il sistema delle imprese articolate sul territorio richiede un punto di sintesi per poter fare emergere le singole eccellenze e le specializzazioni.

Tale elemento di conoscenza e trasparenza è necessario sia al committente privato che pubblico, così come alle imprese stesse che devono poter lavorare a rete, facendo leva sui punti di forza delle altre specializzazioni presenti sul territorio.

In tale ottica l’iniziativa può rappresentare un punto di forza del sistema, dando la giusta pubblicità alle imprese di “qualità” e confidenza ai committenti grandi e piccoli alla ricerca di esecutori affidabili.

[1] CRESME, Studio sulla qualificazione delle imprese operanti nel mercato degli appalti pubblici e sulla qualità nelle costruzioni avvio di un percorso tecnico di confronto tra decisori, Roma, Ottobre 2020.