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Redazione NEC

Approfondire l’effetto del binomio digitale-sostenibile sul futuro delle costruzioni e delle città. Con questo intento, nasce la sperimentazione del Laboratorio dell’Immaginazione delle Costruzioni Future LICoF, nato nel contesto di Area Science Park.

Si tratta di un laboratorio ispirato al foresight tecnologico, cioè un processo sistematico che comporta la rilevazione di informazioni e la creazione di visioni e scenari sul futuro a medio e lungo termine. Un lavoro che ha coinvolto oltre trenta professionisti dal differente background spaziando dall’imprenditore edile al giurista, dall’architetto allo scienziato, al creativo.

Da questo dialogo e confronto sono nati quattro differenti scenari di società, dal più critico al più ottimistico, a cui fanno seguito possibili tipologie di città ed edifici.

Così i lavori del LICoF hanno disegnato un futuro possibile al 2040 in cui le abitazioni si adattano al cambiamento della società. Ecco quindi la casa bunker, la casa nido, la casa bicicletta o la casa shuttle, dallo scenario peggiore al migliore.

In questo testo approfondiremo lo scenario sociale ed edile che accompagna la casa nido.

Il fallimento delle politiche ambientali e la necessità di un sostegno sociale

In questa ipotetica realtà, permane il fallimento delle politiche ambientali che caratterizza la casa bunker, mentre l’etica è considerata un lusso. Rispetto alla casa bunker, si registra però un primo e significativo cambio di mentalità nei modelli di business.

L’innovazione non produce benessere per i cittadini, né competitività per le imprese nel rispetto di specifici valori etici e non tutti riescono a stare al passo con i tempi.

Come spesso accade a seguito di ogni rivoluzione industriale, arriva anche una rivoluzione sociale: l’edilizia si trasforma e passa dall’essere esclusivamente basata sulla produttività e sul prezzo di vendita del prodotto, a un sistema che valuta la fornitura di soluzioni che nascono dai sistemi cyber fisici. Ecco quindi l’innovazione dell’internet delle cose diventare protagonista con sensori, big data e reti che si connettono. Si tratta di elementi che consentono la personalizzazione e il perfezionamento dell’offerta a disposizione perché trasmettono informazioni costanti sul gradimento e uso dei diversi componenti, così da garantire sempre più competitività.

Nasce così un contratto di lavoro nuovo, il “servo della gleba 4.0”, una fattispecie contrattuale che andrà a circoscrivere un nuovo rapporto di dipendenza all’interno di un’organizzazione, economica e sociale, sottoposta alla giurisdizione e all’obbedienza verso “il signore dei dati”. Una situazione assolutamente non sostenibile.

“Troviamo i data lord, che accantonati i landlord, creeranno una nuova società digitale a classi, suddivisa fra costruttori vassalli, valvassori, valvassini, servi della gleba 4.0, schiavi e i waste, ovvero i rifiuti, gli inutili” si legge nello studio LICoF.

Altro tema che caratterizza lo scenario è l’acuirsi della recessione sociale, cioè la tendenza all’isolamento.

In questo contesto, si inserisce la casa nido.

La casa nido, per nutrire, curare e proteggere

La casa nido nasce come porto sicuro in grado di curare, proteggere e di nutrire, anche intellettualmente, l’umanità. Una struttura pensata per aumentare la connessione sociale. Flessibile e capace di rispondere alle nuove e future emergenze, non necessariamente negative. Un abitare collaborativo in cui prendersi cura delle persone rispetto al curarle fa la differenza.

In questo scenario, l’intelligenza artificiale è dedicata alla prevenzione e al supporto degli anziani. E proprio le figure anziane tornano al centro della società con una nuova alleanza e supporto ai giovani.


Azioni da intraprendere per essere pronti alla versatilità richiesta dalla casa nido

La strategia che le imprese possono adottare è quella di essere adattabili, creative e intraprendenti, e farlo velocemente.
Per fare la differenza, ciò deve accadere in ogni situazione. È necessario utilizzare i dettami della disruptive innovation per adattarsi rapidamente a cambiamenti repentini e dunque, sfruttare il cambiamento invece che subirlo, come suggerisce il sociologo statunitense Alvin Toffler. Per farlo, bisognerà continuare ad acquisire nuove skills e disimparare quelle che non servono più, per non adottare approcci desueti.

A livello edile è ipotizzabile usare una forza lavoro fuori sede sempre più composta da operatori multi-qualificati, persone che possono fare molti mestieri in loco piuttosto che uno solo. Altro driver è dare un ruolo più centrale ai dati. Nel complesso, queste sono alcune indicazioni che emergono dal report:

1. essere capaci di identificare le piattaforme vincenti che danno opportunità di integrazione e adoperarsi per collaborare secondo i loro standard;

2. essere in grado di strutturarsi per associarsi con aziende piattaforma, come modello organizzativo e non solo come insieme di tecnologie, per erogare servizi a consumatori fidelizzati con il prodotto;

3. una strategia coerente con il servizio-prodotto;

4. la ridefinizione della propria posizione nella catena del valore;

5. la creazione di una cultura aziendale customer-centrica;

6. investimenti in formazione e in tecnologie che permettano di creare ambienti virtuali;

7. la realizzazione di integrazioni verticali della filiera.