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Redazione NEC

In dialetto friulano, “Licôf” è la tradizione di festeggiare con un brindisi la fine dei lavori di costruzione del tetto di un’abitazione. E, proprio da questa parola, deriva l’acronimo che rappresenta il Laboratorio dell’Immaginazione delle Costruzioni Future.

Il Laboratorio dell’Immaginazione delle Costruzioni Future – LICoF nasce dalla collaborazione tra ANCE FVG e l’Ente nazionale di ricerca Area Science Park con lo scopo di indagare il futuro del settore edile attraverso la contaminazione tra il mondo delle costruzioni, quello della scienza e dell’innovazione.

Quest’anno, il Laboratorio ha scelto di concentrarsi sull’edilizia del futuro realizzando quattro possibili scenari in cui potrebbe trovarsi il settore edile nei prossimi anni. “Si tratta di ipotesi che consentono di comprendere in che modo, partendo dalla situazione attuale, si potrebbe realizzare concretamente lo scenario individuato” spiega Fabio Millevoi, Direttore di ANCE FVG e responsabile di LICoF. “Abbiamo avviato un processo di studio e analisi con lo scopo di ampliare lo sguardo sui futuri dell’edilizia, rafforzare la consapevolezza sulla complessità delle tendenze in atto e preparare gli operatori delle costruzioni alle diverse possibili alternative”.

Un gruppo di 30 persone, tra professionisti, costruttori, creativi, rappresentanti del mondo della cultura e della scienza ha elaborato una “bussola del futuro” che riporta in un sistema di assi cartesiani il Modello di sviluppo e il Modello di business.
La bussola non ha evidenziato tendenze certe sulla direzione che il settore prenderà nell’arco temporale considerato (2040). Continua Millevoi: “Abbiamo scelto la casa e la sua possibile evoluzione per raccontare gli scenari futuri. Dalle nostre analisi si evince che non ci sono certezze, quindi, non possiamo dire se la futura casa delle imprese di costruzione sarà nell’universo digitale né se l’impegno a non lasciare nessuno indietro, di cui all’agenda ONU 2030, sarà rispettato o resterà sulla carta”.

I primi risultati hanno tuttavia permesso di osservare e individuare i segnali, racchiusi in quattro scenari possibili, che indicano alcune specifiche direzioni di sviluppo.

Su queste basi, sono state individuate quattro case-simbolo, rappresentate da opere di Federico Babina che ha reinterpretato Pablo Picasso, Ernesto Neto, Vasily Kandinsky e Salvador Dalì.     
La casa bunker, rifugio in una città disordinata e ostile in cui il passaggio dell’economia a una maggiore sostenibilità non avverrà , la casa nido, dotata di comfort hi-tech in un mondo segnato dalle disuguaglianze in cui solo alcune imprese impiegheranno le nuove tecnologie a loro vantaggio e con scarsa attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale , la casa bicicletta, casa perfetta in un mondo verde e inclusivo e infine la casa shuttle, dotata di intelligenza artificiale in un futuro sostenibile, il cui propulsore sarà l’economia circolare.

Terminata l’analisi degli scenari, sono stati individuati gli assi decisionali per consentire a imprenditori e operatori del settore di tradurli in azioni e indirizzare le proprie scelte verso lo scenario desiderabile, avvalendosi del supporto dell’innovazione tecnologica e della conoscenza scientifica.

“Seguire i lavori di Licof è stato estremamente stimolante, soprattutto, per la capacità dei partecipanti di sviluppare scenari plausibili, partendo dall’analisi del presente” – racconta Caterina Petrillo, presidente di Area Science Park – “Questo sguardo sul futuro delle città e delle infrastrutture si è fondato sempre sulla realtà o sull’estrema plausibilità della tecnologia e delle soluzioni offerte dall’innovazione. È un modo nuovo di osservare il presente e costruire il futuro che, auspicabilmente, potrà essere un ulteriore strumento utile allo sviluppo del mondo imprenditoriale”.