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di Mimosa Martini

Nasce un nuovo schema per la verifica del contenuto di riciclato/recuperato/sottoprodotto in grado di rispondere alle richieste di un mercato in continua evoluzione, ampliando così il campo di applicazione con due novità di rilievo. 

ICMQ ha recepito le necessità crescenti di settori merceologici diversificati, trovando delle soluzioni che rispondono alle nuove esigenze e creando uno schema ad hoc.

Da oggi, infatti, sarà possibile applicare lo schema di certificazione per la verifica della quota di riciclato/recuperato/sottoprodotto, che è presente non solo nel prodotto finito oggetto di certificazione, ma bensì anche nei suoi componenti considerati separatamente. Questa decisione implica un’interessante opportunità per i produttori, che si ritrovano in questo modo la possibilità di valorizzare, all’interno dello stesso certificato, l’utilizzo di materia prima seconda anche nelle componenti desiderate. Questa evoluzione acquista un rilievo ancor maggiore per le componenti dal basso peso specifico (ex: gli isolanti in EPS), alla luce del fatto che la percentuale di materia prima seconda viene calcolata rapportando la massa di materiale riciclato/recuperato/sottoprodotto con la massa del prodotto finito.

Contenuto di riciclato e CAM

L’aggiunta della suddetta possibilità di esplicitare il contenuto di riciclato dei singoli componenti di un prodotto composito è fondamentale per poter dimostrare alle stazioni appaltanti la corrispondenza del rispetto dei requisiti CAM (Criteri Ambientali Minimi) dei componenti soggetti a specifici requisiti richiamati nel decreto.

Un produttore, ad esempio, di pannelli accoppiati OSB+EPS, avrà quindi la possibilità di ottenere un certificato secondo il Regolamento CP DOC 262 per la certificazione del contenuto di riciclato riportante non solo la percentuale di contenuto di riciclato totale (dato sia dall’OSB che dall’EPS), ma con esplicitato anche il contenuto di riciclato del solo EPS che gli permetterebbe di fatto di rispondere al requisito CAM, in particolare per il super bonus 110%.

Un altro aspetto da sottolineare è che la possibilità di certificare la quota di materia prima seconda nel prodotto finito e nelle singole componenti che lo costituiscono, non si limita più al solo settore dell’edilizia. Lo schema di certificazione, infatti, estende i propri orizzonti ad altri settori, per abbracciare un mercato in crescita che in ottica di circolarità, trasparenza e risparmio delle risorse, necessita di certificazioni di terza parte atte a verificare la quota di riciclato/recuperato/sottoprodotto attraverso opportuni bilanci di massa e controlli di tracciabilità lungo l’intera filiera produttiva.