Redazione NEC
È stato presentato, nella sede della Banca Etica di Padova, il Rapporto Congiunturale Ance per il Veneto. I dati, curati ed elaborati dalla Direzione Affari Economici, Finanza e Centro Studi dell’Ance e dall’Osservatorio di Ance Veneto, svelano lo scenario dell’edilizia veneta durante il 2021.
Dall’osservatorio regionale, emerge la netta ripartenza del Veneto dopo l’annus horribilis del 2020, ma con delle difficoltà oggettive. Sulla ripartenza, pesano infatti i costi delle materie prime e dell’energia.
“Questi fattori rischiano di frenare la ripresa e farci entrare in recessione. – dichiara Paolo Ghiotti, presidente Ance Veneto – Questo potrebbe portare, in alcuni casi, alla chiusura di diverse imprese (circa 4mila nella nostra regione) perché non vanno dimenticati i problemi legati alla cessione del credito e la conseguente perdita dei posti di lavoro, circa 30mila solo in Veneto”.
Poi ci sono i dati in crescita: il PIL aumenta del 16,5% rispetto al 2020. In particolare, cresce il settore delle costruzioni, che in Veneto rappresenta, in termini di investimenti il 9,6% del PIL regionale e in termini di occupazione il 16% degli addetti nell’industria e il 5,5% dei lavoratori operanti nell’insieme dei settori di attività economica (per l’Italia, rispettivamente, il 23,8% e il 6,3%). Si stima che il trend positivo, iniziato del 2017 dopo un decennio di crisi del settore, sia del +16,5% nel 2021 rispetto al 2020.
Le costruzioni in Veneto contano 47.121 imprese, pari al 9,5% del dato complessivo nazionale (497.709 imprese). Il 78,5% di queste imprese si occupa di lavori di costruzione specializzati, il 24,4% si occupa di costruzione di edifici e l’1,1% di ingegneria civile. I volumi di affari si attestano su livelli contenuti: l’88% delle imprese di costruzioni nella regione, infatti dichiara un fatturato inferiore ai 500mila euro e il 6,1% dichiara un giro d’affari compreso tra i 500mila e 1mln di euro.
I dati relativi all’occupazione nel settore delle costruzioni del Veneto segnalano un aumento del 17,9% del numero di ore lavorate e del 5,7% del numero dei lavoratori iscritti rispetto all’anno precedente. Buone notizie arrivano anche dal primo trimestre 2022: +7,3% per le ore lavorate e +11,2% per i lavoratori iscritti.