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Redazione NEC

“Le Olimpiadi sono un grande evento che porta con sé valori universali e attraverso cui si testimonia una grande fratellanza e un’unione mondiale. Questi valori, questa dimensione di universalità ad ogni edizione atterrano su specifici contesti territoriali, economici e sociali, diventando un’occasione straordinaria che va valutata soprattutto in una prospettiva che vada oltre l’evento e la manifestazione in sé. È essenziale acquisire e condividere una visione comune in cui l’intero processo di potenziamento delle infrastrutture e di progettazione e realizzazione delle diverse opere si integri con un potenziamento delle risorse esistenti. È necessario che i finanziamenti previsti diventino volano di investimenti ulteriori, coinvolgendo il settore privato.”

Ezio Micelli, docente dell’IUAV e attento osservatore di fenomeni di trasformazione e di sviluppo per quanto riguarda il Nord Est, è stato coinvolto da ANCE Veneto nella riflessione sulle opportunità derivanti dai progetti e dai programmi previsti per le Olimpiadi del 2026. La sua analisi e il suo contributo guardano soprattutto in due direzioni. La prima ha a che fare con l’importanza di mettere al centro un’area territoriale vasta che sappia collegare le “fortune” di Cortina con le potenzialità di un entroterra e di territori che possano trarre vantaggi, all’interno di un disegno organico.  La seconda riguarda la necessità di mettere al centro di questo disegno la sostenibilità nelle sue diverse accezioni, da quella economica a quella ambientale fino agli impatti di carattere sociale. “Ma per fare questo è essenziale allineare gli obiettivi produttivi a quelli più ampi di uno sviluppo basato sull’inclusione e sulla crescita in una logica di benessere ampia. Soltanto avendo una visione olistica e polifunzionale, che dia prospettive anche a strati sociali oggi marginali, si potranno valorizzare pienamente le risorse disponibili e creare le condizioni per un processo virtuoso e generatore di nuovi investimenti.”

Per Micelli, Cortina può realmente assumere un ruolo rilevante di catalizzatore di risorse e allo stesso tempo diventare un moltiplicatore con l’obiettivo di restituire a questa vasta area circostante i profitti derivanti dalla messa a valore di quelle fortune paesaggistiche, storiche e di immagine che ne fanno la “perla” delle Dolomiti.

“Insieme ad ANCE Veneto abbiamo ragionato su alcune questioni molto concrete, come ad esempio quelle relative al mercato abitativo. Con le Olimpiadi, Cortina diventa un polo di attrazione per professioni, competenze, così come per mestieri e per la domanda di figure essenziali per il funzionamento della sua “macchina”, sia in occasione della manifestazione che in futuro. Si tratta di un numero consistente di persone che debbono trovare alloggio e ospitalità a fronte di un mercato immobiliare incompatibile con determinati livelli di reddito e possibilità economiche. Pensare da subito a un piano di housing sociale potrebbe essere una soluzione efficace e duratura nel tempo.  Un altro aspetto da tenere presente riguarda la stretta correlazione tra lo sviluppo della montagna e fattori di cambiamento come quello relativo agli aspetti climatici, che richiedono di immaginare come questi cambiamenti possano impattare sugli attuali modelli turistici. Se in futuro la neve sarà sempre di meno, allora bisogna da subito progettare proposte alternative, valorizzando per esempio percorsi turistici basati sulla mobilità sostenibile, dal cavallo alla bicicletta, alla valorizzazione del trekking anche in inverno”.

Si tratta di rilanciare un sistema Cortina – Belluno che partendo da una lettura attenta del territorio sappia coniugare l’opportunità offerta dalle Olimpiadi con la capacità di proporre un modello di sviluppo nuovo che sappia anche guardare ad esempi di successo come quelli delle province autonome di Bolzano e di Trento. “Qui un fattore vincente è proprio l’inclusività diffusa, a cui si accompagna la grande apertura verso il mondo esterno. Le nuove classi dirigenti chiamate a guidare i territori hanno studiato a Venezia e a Milano, ma anche a Innsbruck. Territori che basano il proprio sviluppo su una pluralità di prospettive, dove prevalgono valori come l’integrazione e dove la sostenibilità non è una parola d’ordine ma una concreta attuazione di pratiche e di regole. Se si vuole realmente mettere a valore l’opportunità che ci si presenta dobbiamo affrontare queste questioni e avviare un percorso condiviso ora o l’occasione sarà perduta”.