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di Mimosa Martini – A colloquio con Lorenzo Orsenigo, Presidente di ICMQ

Quanto impatta sull’ambiente la piastrella che scegliamo per il bagno di casa o l’acciaio del lavandino in cucina? Come si fa a valutare il ciclo di vita del prodotto dall’estrazione della materia prima alla sua vendita al consumatore? Con la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, EPD, è possibile rispondere a queste domande e avere uno strumento che consente la conoscenza delle prestazioni ambientali e la salvaguardia dell’eco sistema. Come funziona? Ogni azienda può decidere di far valutare un proprio prodotto o servizio da un ente terzo accreditato che convalida l’EPD dopo averne analizzato il ciclo di vita secondo alcuni parametri. A quel punto la Dichiarazione Ambientale viene pubblicata sul sito del Program Operator italiano – EPDItaly a disposizione del mercato nazionale ed estero in maniera trasparente e verificata. Una possibilità ancora poco conosciuta per i consumatori finali che sta, invece, interessando le aziende.

Ne parliamo con Lorenzo Orsenigo Presidente di ICMQ, organismo di certificazione, che ha promosso EPDItaly fin dalla sua nascita nel nostro Paese.

“Se guardiamo ai dati di EPDItaly, nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una decisa e costante crescita del numero di EPD pubblicate. Nel 2016, il primo anno in cui questo strumento è stato possibile in Italia, le EPD pubblicate sono state 5. Sono salite a 18 nel 2017, a 46 nel 2018, a 75 nel 2019 e oltre 100 nel 2020. La crescita è continua e negli ultimi 12 mesi si è verificato un incremento del 45%. Per quanto le aziende di ogni tipo di settore abbiano la possibilità di certificare con l’EPD i propri prodotti, i principali comparti coinvolti, al momento, rimangono quelli legati alle costruzioni, come calcestruzzo, cemento, acciai, isolanti e laterizi.  Ci sono motivazioni precise per cui le aziende stanno assumendo questa decisione: in primo luogo le stazioni appaltanti hanno iniziato ad applicare i CAM, Criteri Ambientali Minimi, che citano EPDItaly come strumento di verifica del rispetto dei requisiti previsti (ad esempio la percentuale di materia riciclata che viene utilizzata per un prodotto); inoltre, sta aumentando l’attenzione delle imprese ad operare in un’ottica di sostenibilità ambientale; importante anche la diffusione dei “rating system” di edifici  ed infrastrutture che valorizzano l’utilizzo di prodotti che godono di una EPD; infine, i  produttori riconoscono l’EPD come strumento di marketing e comunicazione che valorizza i loro prodotti, li distingue dalla concorrenza e permette visibilità anche a livello internazionale.  I vantaggi per le aziende sono diversi anche dal punto di vista economico: l’EPD permette di ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi all’interno dell’azienda, monitorando nel tempo il miglioramento delle prestazioni ambientali dei prodotti o servizi. In secondo luogo, la Dichiarazione Ambientale di Prodotto consente di comunicare in modo chiaro, trasparente ed oggettivo le prestazioni ambientali lungo tutta la filiera produttiva. Non ultima la possibilità di valorizzare il brand aziendale adottando una politica di trasparenza nei confronti degli stakeholders.

Ma quali sono i vantaggi per il cliente finale che deve scegliere i materiali e i prodotti per la propria casa, come ad esempio degli isolanti o delle piastrelle?

“Avendo a disposizione una EPD di un prodotto il consumatore ha la possibilità di effettuare delle scelte consapevoli in un’ottica di sostenibilità ambientale. Grazie all’EPD un consumatore può, infatti, conoscere le prestazioni ambientali convalidate da un Ente terzo accreditato, dei prodotti che sta acquistando; può salvaguardare l’ecosistema scegliendo prodotti e servizi che hanno minor impatto rispetto ad altri presenti sul mercato; e in caso di immobili o edifici, la scelta di materiali certificati può aumentarne lo standard di qualità, e quindi il valore economico.

E dove le trova queste informazioni?

“Per l’Italia su EPDItaly (www.epditaly.it) il primo e unico programma nazionale appartenente al circuito Eco Platform, associazione che raduna i principali Program Operator del settore delle costruzioni, nata con lo scopo di sostenere l’armonizzazione delle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto europee. Con l’EPD è possibile prevedere e pianificare sia la vita utile del prodotto, sia la sua destinazione finale. Tramite EPDItaly e i suoi accordi di mutuo riconoscimento si ha inoltre l’accessoai database di altri paesi, da cui i progettisti possono attingere per scegliere i prodotti.  .  Come ICMQ abbiamo mostrato le ampie possibilità che offre questa certificazione. In particolare la promozione e valorizzazione del made in Italy, e di quelle aziende che mettono al centro la tracciabilità dei prodotti e la corretta comunicazione delle informazioni sul loro ciclo di vita. La richiesta sempre più crescente di dati ambientali dei prodotti da utilizzare nel “building”, ha condotto Eco Platform a ricoprire un ruolo sempre più centrale nel panorama internazionale.

I Program Operator più rappresentativi, tra i quali EPDItaly, hanno delineato uno scenario nel quale la digitalizzazione delle EPD rappresenta ormai una prassi fondamentale nelle attività di pubblicazione delle EPD. Per questo motivo Eco Platform si è dotato di uno strumento, l’Eco Portal, che pubblica in formato digitale tutte le Eco EPD pubblicate dai diversi Program Operator che hanno aderito all’iniziativa. Ciò permette, a chi usufruisce del servizio, di attingere a un carnet di dati ambientali che derivano da tutta Europa. EPDItaly ha iniziato la trasmigrazione delle Eco EPD contenute nel vecchio registro verso il nuovo Eco Portal, mediante la digitalizzazione dei dati ambientali contenuti in esse.

L’implementazione dell’Eco Portal è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l’InData Group, nel quale EPDItaly è stato protagonista attivo per la realizzazione dell’ambizioso progetto della digitalizzazione.

La digitalizzazione operata, mediante l’Eco Portal, porta diversi vantaggi:

  • visibilità internazionale dei dati ambientali di un prodotto;
  • riduzione significativa dello sforzo per la generazione dei dati e la comunicazione degli stessi;
  • condivisione dei dati in un formato unico (ILCD+EPD);
  • regole comuni per l’uso dei dati, mediante dei file di interscambio in un formato standard (xml e csv, al momento);
  • futura interazione, mediante apposite API (Application Programming Interfaces), con i principali software per lo sviluppo dell’LCA degli edifici;
  • possibilità, per lo user, di usare un apposito filtro per individuare: il linguaggio delle EPD, il paese di origine, il produttore, la validità dell’EPD, il Program Operator di origine e, soprattutto, la tipologia dei dati (specifici o medi) da utilizzare.

Tale ultima opzione è molto importante per chi volesse utilizzare i dati nei principali sistemi di rating dell’edificio. Infatti, poiché, il risultato dell’LCA è tanto più accurato quanto più i dati sono specifici, i differenti protocolli premiano l’utilizzo di dati specifici estrapolati dall’EPD.

“Se guardiamo ai dati di EPDItaly, nell’ultimo anno abbiamo assistito ad una decisa e costante crescita del numero di EPD pubblicate. Nel 2016, il primo anno in cui questo strumento è stato possibile in Italia, le EPD pubblicate sono state 5. Sono salite a 18 nel 2017, a 46 nel 2018, a 75 nel 2019 e oltre 100 nel 2020. La crescita è continua e negli ultimi 12 mesi si è verificato un incremento del 45%. Per quanto le aziende di ogni tipo di settore abbiano la possibilità di certificare con l’EPD i propri prodotti, i principali comparti coinvolti, al momento, rimangono quelli legati alle costruzioni, come calcestruzzo, cemento, acciai, isolanti e laterizi.  Ci sono motivazioni precise per cui le aziende stanno assumendo questa decisione: in primo luogo le stazioni appaltanti hanno iniziato ad applicare i CAM, Criteri Ambientali Minimi, che citano EPDItaly come strumento di verifica del rispetto dei requisiti previsti (ad esempio la percentuale di materia riciclata che viene utilizzata per un prodotto); inoltre, sta aumentando l’attenzione delle imprese ad operare in un’ottica di sostenibilità ambientale; importante anche la diffusione dei “rating system” di edifici  ed infrastrutture che valorizzano l’utilizzo di prodotti che godono di una EPD; infine, i  produttori riconoscono l’EPD come strumento di marketing e comunicazione che valorizza i loro prodotti, li distingue dalla concorrenza e permette visibilità anche a livello internazionale.  I vantaggi per le aziende sono diversi anche dal punto di vista economico: l’EPD permette di ottimizzare i processi produttivi e ridurre i costi all’interno dell’azienda, monitorando nel tempo il miglioramento delle prestazioni ambientali dei prodotti o servizi. In secondo luogo, la Dichiarazione Ambientale di Prodotto consente di comunicare in modo chiaro, trasparente ed oggettivo le prestazioni ambientali lungo tutta la filiera produttiva. Non ultima la possibilità di valorizzare il brand aziendale adottando una politica di trasparenza nei confronti degli stakeholders.

Ma quali sono i vantaggi per il cliente finale che deve scegliere i materiali e i prodotti per la propria casa, come ad esempio degli isolanti o delle piastrelle?

“Avendo a disposizione una EPD di un prodotto il consumatore ha la possibilità di effettuare delle scelte consapevoli in un’ottica di sostenibilità ambientale. Grazie all’EPD un consumatore può, infatti, conoscere le prestazioni ambientali convalidate da un Ente terzo accreditato, dei prodotti che sta acquistando; può salvaguardare l’ecosistema scegliendo prodotti e servizi che hanno minor impatto rispetto ad altri presenti sul mercato; e in caso di immobili o edifici, la scelta di materiali certificati può aumentarne lo standard di qualità, e quindi il valore economico.

Quali sono le informazioni importanti che si possono acquisire attraverso la conoscenza di una EPD?

I parametri su cui viene impostato il ciclo di vita del prodotto, per redigere il documento EPD ed ottenerne la convalida da parte di un organismo di certificazione accreditato, sono definiti nella PCR (Regole di Categoria di Prodotto) di riferimento. Si tratta di documenti che definiscono i principi e i requisiti per la stesura delle EPD di una specifica categoria di prodotti o servizi. Definiscono le regole a cui i diversi produttori devono attenersi nel condurre l’analisi del ciclo di vita (LCA) secondo la ISO 14040. Per i prodotti da costruzione tali parametri sono: Global Warming Potential GWP che esprime il contributo all’effetto serra di un gas serra, la creazione di ozono fotochimico, l’acidificazione del suolo e dell’acqua, l’eutrofizzazione, l’esaurimento delle risorse abiotiche non fossili, l’esaurimento delle risorse abiotiche fossili. A questi si aggiungono parametri descrittivi in merito al consumo di risorse energetiche rinnovabili e non rinnovabili, di materie prime secondarie, di combustibili, di rifiuti pericolosi e non, di materiali per il riciclo e per il riutilizzo.

Ma oltre al settore costruzioni ci sono altri settori merceologici che sono interessati all’EPD e ne fanno uso?

Certamente. Nel 2020 EPDItaly è stata testimone di una crescita delle richieste di creazione e sviluppo di nuove Product Category Rules (PCR) nel settore elettrico, e non solo. L’accordo tra ENEL ed ICMQ, gestore del Programma EPDItaly, volto alla valorizzazione della sostenibilità dell’intera filiera di ENEL stessa, mediante lo strumento della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD), ha portato alla realizzazione e pubblicazione di diverse PCR, documenti necessari per il calcolo degli impatti ambientali da dichiarare nell’EPD.

Le prime categorie di prodotto ad essere coinvolte sono state: contatori, interruttori, isolatori, turbine a vento, pannelli solari.

Successivamente sono state sviluppate e pubblicate le PCR di cavi, fili e quadri elettrici e ad oggi risultano in fase di realizzazione le PCR relative alle stazioni di ricarica elettrica e ai trasformatori. EPDItaly sta, inoltre, finalizzando la realizzazione di una PCR, proposta da Pesaresi SpA, che conterrà le regole specifiche per lo sviluppo di EPD di autostrade, strade urbane ed extraurbane e aeroporti.

Pesaresi rappresenta oggi uno dei più importanti soggetti che operano nel campo della costruzione e manutenzione delle infrastrutture e, come Enel, ha deciso di affidarsi a EPDItaly per valorizzare, mediante lo strumento della dichiarazione EPD, la propria propensione alla sostenibilità. Altri settori che si sono già mostrati interessati all’EPD sono quello del food e dei cosmetici.