Di Alfredo Martini – Intervista a Valerio Pontarolo
Valerio Pontarolo, presidente della Pontarolo Engineering e del Polo tecnologico di Pordenone, guida un gruppo imprenditoriale che fa della versatilità e della ricerca e innovazione uno dei pilastri della propria strategia. Un approccio che si concretizza anche nell’impegno associativo e sul territorio.
“Un’impresa che ha una certa dimensione – sottolinea l’imprenditore – ha anche una funzione sociale, crea lavoro, crea nuove opportunità e deve restituire qualcosa al territorio e alle comunità dove opera. In un mercato dove i cambiamenti della domanda e le esigenze si evolvono rapidamente diventa fondamentale la capacità di adattamento, il saper cogliere le opportunità che nascono dal cambiamento sapendo fare le scelte giuste. Il che vuol dire grande attenzione, maggiori conoscenze e un’apertura mentale e una disponibilità a relazionarsi con un contesto fluido. Oggi non vince il più forte ma chi è più resiliente.”
Come sta cambiando il mercato e in che modo quindi l’impresa deve adattarsi?
Dopo la lunga crisi è diventato evidente che si deve costruire in modo diverso e soprattutto che si deve guardare all’edificio nella logica dell’auto motive. Oggi costruire vuol dire assemblare e gestire una complessità di funzioni e di competenze specializzate. L’imprenditore non può prescindere da una filiera. Il che vuol dire che si deve fare rete. Il modello di impresa attuale, infatti, è figlia di processi di spin off e di alleggerimento e poche sono quelle che hanno all’interno una varietà di competenze, necessarie ad operare nell’edilizia di oggi. Del resto se noi guardiamo alle competenze della mano d’opera oggi nei cantieri ci accorgiamo che prevalgono quelle operative. Una volta invece le maestranze avevano capacità e conoscenze traversali. Ne consegue che la differenza attiene alla qualità del fare. Di fronte a questa complessità un ruolo determinante lo può giocare la digitalizzazione. Si potrebbe estremizzare dicendo che oggi ‘o digitalizzi o muori’. L’altro fattore a cui prestare grande attenzione è la tendenza verso una sempre maggiore industrializzazione dei processi costruttivi. Il che vuol dire innanzitutto un modo nuovo e diverso di costruire rispetto al passato. Si pensi, soltanto, alla tendenza sempre più ampia a privilegiare le soluzioni a secco.
Come si riflette tutto questo sul modello di business di un’impresa di costruzioni?
Qualunque modello tu decida oggi di seguire devi considerare innanzitutto la gestione e le modalità di acquisizione dei flussi finanziari. Facciamo un’analisi. Fino a prima della crisi le banche concedevano prestiti a tutti, così che si poteva contare su flussi creditizi in qualche modo illimitati, senza preoccuparsi di alcuni fattori che oggi sono invece determinanti. Innanzitutto il tempo. Oggi la situazione è profondamente cambiata. Le banche valutano il merito creditizio, la solidità dell’azienda, oltre alla qualità del progetto. Nel nuovo contesto in cui le banche non danno facilmente i crediti la filiera ha un problema di flussi di cassa. Per l’impresa diventa essenziale incassare nei tempi necessari a gestire le diverse fasi produttive e i fornitori. Il committente oggi è molto più esigente e paga quando i lavori sono stati eseguiti. Da un lato, quindi diventa fondamentale operare secondo una gestione corretta e valutabile, dimostrando di avere una solidità reputazionale, sia economica che finanziaria. Dall’altro lato, diventa determinante saper accontentare il cliente rispetto al prodotto che lui desidera, ovvero garantire la sicurezza di portare a termine i lavori rispettando la qualità richiesta. Si tratta di due elementi strettamente collegati fra di loro in quanto per dare qualità si deve avere disponibilità finanziaria, ovvero merito creditizio.
Volendo sintetizzare quali sono i fattori determinanti per un’impresa edile oggi per essere competitiva sul mercato?
Le aziende debbono migliorarsi continuamente e crescere sul piano della qualità e della capacità di dare risposte soddisfacenti. Inoltre debbono consolidare la propria reputazione basandola sulla capacità di dimostrare con i propri lavori e con il modello organizzativo di avere quella solidità economica e finanziaria essenziale per poter accedere al credito. Sotto questo punto di vista le imprese dovrebbero prestare maggiore attenzione al marketing. Il terzo elemento determinante sono le competenze che debbono essere strettamente collegate a un’apertura verso l’innovazione. Prestare attenzione ai trend dell’innovazione può risultare vincente in una prospettiva di crescita e di posizionamento.
E quali i rischi?
Al primo posto metterei una scarsa attenzione ai processi di managerializzazione. E’ un tema scarsamente considerato dalle imprese del settore edile e invece esso costituisce un elemento decisivo per saper cogliere le opportunità di un mercato in continua evoluzione. Basti considerare che perseguire un modello tradizionale basato su un solo uomo al comando si rischia di non cogliere i cambiamenti e quindi di non essere in grado di dare le risposte giuste e prendere le decisioni adeguate. A ciò si aggiunga che nella maggior parte dei casi le imprese non si aggiornano e hanno poca autostima e sottovalutano l’importanza della ricerca e della capacità di rinnovarsi.