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Redazione NEC

Alla domanda, risponde un paper del Centro studi Ance: “Il 47% del Superbonus rientra all’erario in nuove tasse, Iva o contributi”.

Il risultato è stato ottenuto attraverso un modello empirico che “parte da un progetto reale e standardizzato in modo da calcolare, per ogni fase della lavorazione, la ricchezza prodotta in termini di redditi e utili d’impresa, determinando così la quota di investimenti dei soggetti coinvolti”. 
La simulazione di Ance ha previsto un intervento-tipo con le caratteristiche progettuali più diffuse. Per ogni attività del progetto (isolamento di pareti e tetto, impianti di riscaldamento, serramenti, impianto fotovoltaico, ecc.) sono state calcolate la componente lavoro e la componente prodotti.
Inoltre, è stata effettuata una stima dei comportamenti dei percettori dei redditi (imprese, professionisti e lavoratori), che determinano un aumento delle imposte, dei contributi e dell’Iva versata. Nello studio, sono stati presi in considerazione anche gli effetti derivanti dalla minore spesa per costi energetici e dall’aumento del valore degli immobili riqualificati.

In cifre: il progetto ipotizzato dal Centro studi dell’Ance si basa su un intervento di efficientamento energetico su un condominio, di importo pari a 1 milione di euro. Nell’importo sono compresi il rivestimento termico (31,7% della spesa), impianti e materiali (21,1%), progettazione (9,7%), serramenti (9,3%), Iva (9,1%), opere edili (8,7%), ponteggi (8,1%) e sicurezza (2,3%). Per ogni singola lavorazione sono stati calcolati sia il costo della manodopera, dei professionisti e dei materiali impiegati, sia la spesa generata dai redditi dei soggetti coinvolti.

“Se – ribadisce Ance – lo Stato spende 57 miliardi di euro per i bonus, incassa direttamente 26 miliardi, cioè il 47% della spesa complessiva. Il costo a carico dello Stato è quindi pari al 53%. In altre parole, per ogni miliardo speso dallo Stato, il costo effettivo è pari a 530 milioni di euro, mentre 470 milioni rientrano sotto forma di maggiori entrate. Prendendo in considerazione la situazione a fine giugno, con 38,7 miliardi di euro di detrazioni previste a fine lavori, 18,2 miliardi di euro rientreranno direttamente nelle casse dello Stato come maggiori entrate. Lo Stato spenderà quindi 20,5 miliardi di euro”.

Dal paper arriva dunque un invito a riflettere per tutte le parti coinvolte: approfondire attraverso dati analitici e del tutto attendibili, può comportare un cambio di prospettiva nei confronti del famigerato Superbonus. In conclusione: “Il costo di un intervento di Superbonus è coperto già per la metà dalle entrate generate dal cantiere. Se a queste si somma l’indotto il saldo è nettamente positivo”.